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giovedì 8 maggio 2014

Comunicazione in 'Dissolvenza'



Come riuscire a spiegare alcuni fenomeni della comunicazione moderna?

Con la Dissolvenza, una sorta di nuova e immaginaria figura retorica con cui si decide di sostituire, in maniera apparentemente impercettibile ma costante fino alla trasmutazione completa, se stessi con una sembianza: una sorta di rappresentazione di ciò che non si è, ma che lentamente si crede di poter essere o divenire.

Così nascono le maschere, indossate per 'purificare' la comunicazione e cancellare le distanze, in modo da non concedere alcun vantaggio all'interlocutore e per non dover affannarsi a rincorrere e quindi non dover sfigurare.

Se la maschera serve per camuffare parzialmente le emozioni visive, l’abito è utile ad ornare l'illusione che le avvolge. Si ottiene con la falsità delle parole e con le dissimulazioni.

Si vive un’essenza parallela, almeno per una volta, in cui la menzogna diviene realtà (virtuale), nella quale non è più necessario fingere per e di se stessi, diventando, poi, all’esterno alternativi alla propria immagine.

E’ uno scambio di ruoli che si vive quotidianamente dai rapporti lavorativi fino a quelli più personali.
E' la conseguenza dei cambiamenti, di mutamenti tecnologici e inter-relazionali.
E' la chiave che permette di accedere a file nascosti, ignoti a noi stessi o volutamente accantonati.

Ne derivano comportamenti insoliti, conoscenze impreviste e relazioni comunicative complesse: la negazione dell’apparenza prima del pensiero.

La Dissolvenza, però, svela in conclusione l'enigma e dilapida il vantaggio dell’ignoto, lasciando forse delusione e ambiguità. E’ per questo che in alcuni casi essa non si manifesta volutamente ma rimane tronca, in un misterioso e impercettibile gioco di Immaginazione.

Impossibile non essere d’accordo: lo scopo della retorica è la Persuasione.

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